Bambini, ragazzi e Tecnologia
- cianielisa
- 13 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Viviamo in un’epoca in cui il digitale non è più solo uno strumento: è diventato un ambiente. Ma quando i più piccoli passano troppo tempo dentro a questo ambiente ci sono conseguenze importanti che gli adulti devono conoscere.
1. Sovra-stimolazione e difficoltà di autoregolazione
I dispositivi digitali offrono stimoli veloci, luci, suoni, premi continui. Tutto molto accattivante, talmente accattivante che il cervello del bambino, in pieno sviluppo, rischia di abituarsi a un livello di stimolazione eccessivo, facendo poi fatica a concentrarsi e ad autoregolarsi mentre il cervello degli adolescenti può sviluppare una vera e propria dipendenza.
2. Sviluppo ridotto delle competenze socio-emotive
I bambini imparano a riconoscere le emozioni guardando i volti, ascoltando i toni di voce, giocando con gli altri bambini, un uso eccessivo del digitale può ridurre queste occasioni e portare di conseguenza a difficoltà nel riconoscere emozioni, regolare la frustrazione o gestire i conflitti.
3. Disturbi del sonno
È ormai noto che la luce blu degli schermi e la stimolazione mentale prima di dormire alterano i ritmi circadiani dei bambini con conseguenti difficoltà ad addormentarsi, disturbi durante il sonno, stanchezza e irritabilità durante il giorno.
4. Calo della motivazione e del gioco simbolico
Il digitale offre contenuti “preconfezionati”, che non richiedono alcuno sforzo immaginativo. Questo aspetto può inibire il gioco creativo e simbolico, che sono invece fondamentale per lo sviluppo cognitivo e affettivo dei bambini.
5. Rischi relazionali
Se il bambino è spesso immerso nello schermo, può ridursi la qualità del legame con l’adulto e con i pari producendo una riduzione del dialogo, meno sguardi condivisi, meno momenti di connessione relazionale autentica.
I dispositivi digitali hanno lo stesso effetto su tutti i bambini?
La risposta è: no, non è uguale per tutti. Età diverse, cervelli in fasi diverse dello sviluppo e quindi anche effetti diversi!
0–3 anni: i più piccoli e lo schermo
In questa fase la regola d’oro è: meno è meglio, o addirittura niente. Il cervello è come una spugna: ha bisogno di esperienze concrete, corporee, relazionali.
Digitale e tecnologia a questa età non servono e non hanno alcuna utilità o beneficio.
3–6 anni: esplorazione guidata
A quest’età i bambini cominciano a interagire in modo più attivo con le tecnologie, nel caso in cui vengano esposti al digitale è importante che siano accompagnati da un adulto che aiuta a dare significato.
La priorità resta comunque il gioco simbolico, il movimento, le relazioni reali.
Qui fondamentale limitare il tempo, scegliere i dispositivi e usare la tecnologia in modo condiviso, non come babysitter.
Si alla mezz’ora di televisione ma no a smartphone e tablet
6–10 anni: alfabetizzazione digitale e consapevolezza
In questa fascia i bambini iniziano a usare la tecnologia per imparare, esplorare, comunicare.
Possono beneficiare di contenuti ben strutturati e di alcune app educative.
È il momento giusto per insegnare regole, autonomia, responsabilità digitale.
Serve educazione digitale attiva: parlare di cosa si guarda, come ci si sente, cosa è sicuro o meno.
A questa età si alla Tv con parsimonia, si al pc che i bambini usano per fare ricerche scolastiche. No ai social.
Preadolescenti e adolescenti
Durante l’adolescenza e la preadolescenza il cervello cerca ricompense rapide, ma non ha ancora un pieno controllo inibitorio (la corteccia prefrontale termina il suo sviluppo a 25 anni!) inoltre i livelli di dopamina nell’organismo degli adolescenti sono più bassi e per questo a quest’età cadono più facilmente nella noia ma di fronte agli stimoli positivi il rilascio di dopamina è superiore a quello degli adulti e per questo i ragazzi sono più a rischio di sviluppo dipendenze. Questo è uno dei motivi per cui è fondamentale l’accompagnamento degli adulti e una gradualità di esposizione.
La tecnologia non è buona o cattiva in sé. Tutto dipende da quando la introduciamo, come la usiamo, e con chi. Età diverse richiedono strategie diverse, sempre con l’obiettivo di mettere al centro il bambino, non lo schermo.
· Dialogo costante, fiducia si ma fiducia non significa lasciare i ragazzi soli nel mondo virtuale, regole condivise.
· Tempo offline per coltivare relazioni reali
· Co-costruzione di un uso sano e critico dei media







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