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Come affrontare lutti e perdite con bambini e ragazzi

Come spiegare la morte ai bambini e aiutarli ad affrontare lutti e perdite in modo sano e rispettoso. Indicazioni per accompagnare i più piccoli nel dolore e nella crescita.


La morte è una parte inevitabile della vita, ma parlarne con i bambini è forse una delle sfide più difficili per gli adulti. Ci si chiede spesso “Cosa dire? Come dirlo? È giusto proteggere i bambini dal dolore o è meglio essere sinceri?”Il timore di ferirli o di non trovare le parole giuste può spingere a evitare l’argomento, a cambiare discorso, a riempire il silenzio con metafore che rassicurano più noi che loro.


Eppure, la morte è una realtà che i bambini inevitabilmente incontrano, attraverso la perdita di un animale, di un nonno, o semplicemente nelle domande che nascono osservando il mondo.Trovare il coraggio di parlarne significa offrire loro sicurezza emotiva e fiducia: dimostrare che si può stare accanto anche nei momenti in cui non ci sono risposte semplici.


Parlare della morte non toglie la tristezza, ma aiuta a darle un posto e un senso. E quando un bambino può dare un nome alla perdita, quando scopre che l’amore resta anche dopo l’assenza, allora si apre in lui uno spazio di comprensione profonda, quella che, nel tempo, diventa resilienza e saggezza del cuore.


Cosa possono fare gli adulti


Di fronte a una perdita, il ruolo dell’adulto è fondamentale. Non esistono parole “perfette” e l’obiettivo non deve e non può essere quello di togliere il dolore, bensì di accompagnarlo con una presenza sincera e costante che è la forma più potente di cura.

Ecco alcuni principi utili per accompagnare i bambini nel lutto:


  1. Ascoltare senza forzare


    Lasciamo che il bambino esprima emozioni e domande a modo suo: con parole, disegni, silenzi o comportamenti. Non serve stimolarlo a parlare se non se la sente, ma mostriamoci sempre disponibili ad ascoltare.


  2. Essere sinceri


    I bambini percepiscono la verità anche quando non viene detta. È importante usare un linguaggio semplice ma reale. Evitare frasi come “è andato a dormire” o “è partito per un viaggio” perché rischiano di confonderli o spaventarli.


  3. Legittimare il dolore


    Il dolore non va nascosto né minimizzato. Frasi come “non piangere” o “passerà presto” possono far sentire il bambino solo. Meglio dire: “Capisco che sei triste, anch’io lo sono. Possiamo piangere insieme.”


  4. Condividere i propri sentimenti


    Mostrare emozioni non indebolisce la figura adulta, anzi: insegna che la tristezza è parte naturale dell’amore e che si può soffrire senza esserne travolti.


  5. Creare rituali di saluto


    Disegnare, scrivere una letterina, accendere una candela o piantare un fiore possono essere modi simbolici e rassicuranti per dire addio e mantenere vivo il ricordo.


  6. Rispettare i tempi


    Ogni bambino elabora la perdita in modo diverso. Alcuni ne parlano subito, altri dopo settimane o mesi. L’adulto deve offrire continuità, sicurezza e ascolto nel tempo, senza fretta di “tornare come prima”.


Di fronte alla morte l’obiettivo non è cancellare il dolore del bambino perché non esistono modi per farlo ma stare accanto, ascoltare, accogliere. Aiutare i più piccoli ad attraversare la tristezza significa insegnare loro che si può soffrire senza perdersi, che il dolore fa parte della vita e che dal dolore si può tornare a vivere, più consapevoli e più forti.

Parlare di morte con i bambini, con parole semplici e sincere, è un vero e proprio atto d’amore: li aiuta a dare senso a ciò che accade e a costruire dentro di sé un luogo in cui la memoria e la speranza possano convivere.


Educare alla morte, una prospettiva necessaria

Educare i bambini alla morte significa aiutarli a comprendere, in modo graduale e rispettoso, una delle realtà più universali dell’esistenza: il fatto che tutto ha un inizio e una fine, anche la vita stessa.

Non si tratta di spaventarli o di anticipare esperienze dolorose, ma di fornire loro gli strumenti emotivi e cognitivi per affrontare le perdite — grandi o piccole — che inevitabilmente incontreranno nel corso della crescita.

Parlare di morte significa, ad esempio, rispondere con sincerità alle loro domande quando muore un animale domestico, quando perdono un nonno o quando sentono notizie difficili in televisione. Significa non evitare l’argomento, ma trattarlo con un linguaggio adatto alla loro età e con una profonda empatia.

Affrontare il tema della morte non è solo parlare della fine: è anche insegnare ai bambini il valore della vita.Capire che tutto ha un tempo aiuta i più piccoli a dare significato ai momenti vissuti, a riconoscere la preziosità degli affetti e a sviluppare una visione più profonda e consapevole della realtà.

I bambini che vengono accompagnati con delicatezza in questo percorso diventano spesso più empatici e più sereni, perché ciò che è conosciuto fa meno paura. La morte, come ogni altra parte della vita, ha bisogno di essere nominata: solo accettandola possiamo insegnare ai bambini ad amare davvero la vita, a custodirla e a ritrovare equilibrio quando la perdita irrompe in modo doloroso o improvviso.


Se desideri un supporto concreto per affrontare questo tema con i tuoi figli o con i bambini, nel mio libro “Nostalgia” edito da Giovanni Fioriti Editore ho raccolto riflessioni psicologiche e indicazioni pratiche su come accompagnare i più piccoli di fronte alle perdite, insieme a una storia illustrata pensata per aiutarli a riconoscere e nominare le proprie emozioni.

Un piccolo strumento per aprire il dialogo, dare voce ai sentimenti e ricordare che anche nei momenti più bui, la presenza, la memoria e l’amore restano le nostre radici più profonde.

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Dott.ssa Elisa Ciani  

P.IVA 02765110305

Via Novara n. 17 33037 Pasian di Prato (UD)

Tel: 349 5949691

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